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D I S C E N D E N Z E REVIEWS
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Seppure con un po’ di ritardo, ci apprestiamo a presentare il primo lavoro in studio degli Ancestry, gruppo italiano originario di La Spezia .
Discendenze è un lavoro completo, frutto di molti anni di gavetta e lavoro in studio di registrazione: ispirato alle sonorità dei classici Inglesi ed Italiani, i nostri amici ci propongono un album molto lineare, fatto di atmosfere melodiche, romantiche ed in alcuni casi drammatiche.
L’album si apre con una lunga suite di ben 17 minuti – niente male come presentazione - : questo primo brano funge da guida. I brani seguenti, infatti, rimangono sullo stesso tono, senza discostarsi molto al tema introduttivo.
Il cantato, in italiano, è molto incisivo, caratterizzato da una interpretazione in parte teatrale, il tono vocale richiama alla memoria lo stile di Aldo Tagliapietra.
I testi toccano temi sociali scottanti ed attuali. Le parti di tastiera hanno un suono ricco, pieno che si amalgama perfettamente con le partiture di chitarra e sono in piena linea melodica con i grandi chitarristi inglesi.
Il neo di “Discendenze” a mio parere è dato dalla linea stilistica troppo piatta ed uniforme che alla lunga stanca ed annoia.
Un pizzico di verve in più nella sezione ritmica, con qualche cambio di tempo, non sarebbe guastato.
Il lavoro di debutto degli Ancestry rimane comunque dignitoso. Buon lavoro, ragazzi.
Lele - Agartha
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Ad oltre tre anni di distanza dalla pubblicazione dell'omonimo CD-demo d'esordio, gli spezzini ANCESTRY ufficializzano il loro ingresso nel panorama musicale del progressive rock sinfonico grazie alla prolifica MELLOW RECORDS, per la quale incidono quest'ottimo "Discendenze". L'album, consigliato a tutti gli amanti di sonorità neo-prog-sinfoniche, possiede tutte quelle peculiarità che hanno fortemente contraddistinto opere divenute vere e proprie icone di questo genere musicale: lunghi brani dai contenuti prettamente strumentali, melodiche mini-suite, eccellenti intrecci armonici e diversi riferimenti classico-sinfonici. Tutto sembra evocare, ad iniziare dal logo del gruppo che riporta alla mente le cover disegnate da Roger Dean per gli YES, quelle magiche atmosfere che hanno permeato, in una sorta di clima fiabesco, la metà degli anni settanta e sono state riscoperte, dopo circa un decennio, dagli innumerevoli artisti che hanno dato vita al fenomeno new-prog. "Discendenze" è aperto dai cinque movimenti che compongono "I colori dell'età della sorgente", il brano di oltre 17 minuti che, congiuntamente alla lunga e conclusiva "Verso l'esterno", costituisce il vero punto di forza di quest'album. Gli ANCESTRY coinvolgono gli ascoltatori grazie a sapienti intrecci di chitarra e tastiere, ancor più impreziositi da una sezione ritmica di prima scelta; buone le liriche cantate in italiano che, strana coincidenza, mi hanno riportato alla mente la caratteristica voce di Aldo Tagliapietra e LE ORME. Originali e molto interessanti si confermano i rimanenti quattro brani, che costituiscono la struttura centrale dell'album: con un secco tagliente assolo di chitarra elettrica si apre "Nuova opera", un bel brano supportato dal basso di Maurizio Belfiore e dagli interventi di Fabrizio Sicuteri al pianoforte. Meno immediata e certamente introspettiva, si conferma la successiva traccia "Stanza della terra", cui fa seguito la strumentale "Oasi", ricca di venature e riferimenti alla world-music ed alla new-age: un elegante esempio di contaminazioni tra progressive e differenti generi musicali. Maggiormente indicativo a tal riguardo è "Labirinto", un brano le cui atmosfere cambiano drasticamente in favore di un sound più cupo, in perfetto stile GOBLIN, su cui l'attore Lorenzo Costa recita un testo degno di introdurre i migliori film di Dario Argento. Concluderei questa recensione con un giudizio sicuramente molto positivo: "Discendenze" si conferma un tipico prodotto nazionale di progressive-sinfonico, ben interpretato, arrangiato, registrato e impreziosito da una veste grafica tipicamente "seventies". Buon ascolto.
Luciano Costarella - Eventyr Magazine n.9
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The CD starts with a long suite called “I Colori dell’ età Sorgente” (17:03). It consists out of the following parts; “Risveglio”, “Giada”, “Colori Segreti”, “Rinascere nell’ alba” and “L’età Sorgente”. With this first track Ancestry leave its marks. Delicate and mellow progressive rock only Italian’s can make. Fabrizio Sicuteri and Fabio Venturini are making me happy because they sing in their native language (Italian). This beautiful language harmonizes with the music the band is making. The band is constant switching between slow and up-tempo parts. But the music becomes never aggressive or bombastic. Personally I think the first and last tracks (“Verso l’Esterno”) are the highlights of the album. “Nuova Opera” (6:08) is one of the up-tempo tracks with nice keyboard- and guitar work. The vocals parts are always melodic. “Stanza Della Terra” (7:17) has beautiful vocal lines and piano work. Maurizio Bellofiore’s bass sounds delicious in this track. “Oasi” (7:03) is completely instrumental if you don’t count the “vocals without words”. The desert has always been an inspiration for a lot of musicians and authors. Maybe this has something to do with the big contrasts you find in those places. At the same time it can be the most terrible and the most beautiful place on earth. The guitar of Fabio sounds a little bit Camelesk in this melodic track. In “Labirinto” (5:53) the dark and deep voice of Lorenzo Costa is used as narrator. The piano and keyboards are very tasteful in this composition. They sound romantic and warm which reminds me of some South American bands. The main theme of the piano is repeated in the opening of the closing track “Verso l’Esterno” (12:07) of this album. In this long track there is room for some melodic guitar and keyboard solos. The vocals on this album remind me of one of my favorite new Italian bands (H2O). Other Italian bands that crossed my mind are PFM and Arcansiel. But only because of the atmosphere of the music, not to compare the music. Well the band wouldn’t mind to be compared with PFM, but they need first a few years first to develop and to mature.
So for me the best tracks of this album are the opening track “I Colori dell’ età Sorgente” and the closing track “Verso l’Esterno”. Personally I like this mellow kind of Italian progmusic. But if you like more power in your sympho/prog I would recommend a band like Mangala Vallis. Maybe Ancestry can also put a little bit more power in their next release. Because the compositions sometimes stay too sweet and fairytale like. I mean the creation of just a little bit more tension in their music. But in general this is a very good debut album of a promising young band.
Douwe Fledderus - November 2003 - ProgVisions
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Con un passato remoto a base di hard rock, i liguri Ancestry sono attivi addirittura dal 1988 e negli anni hanno sviluppato uno stile sempre più raffinato e personale, parente prossimo del rock progressivo, alimentato da buoni fraseggi strumentali e da liriche belle e curiose, seppur in parte prolisse. Oggi, dopo tre lustri di attività, il quartetto spezzino si gusta questo esordio, giusto premio per tanta passione e dedizione. L’apertura del CD è di quelle che possono stordire i non adepti del progressive, “I colori dell’età sorgente”, diciassette minuti di suite che si dipanano in ben cinque movimenti, con tutti i pregi e difetti di tali tessiture. Con “Nuova opera” e “Stanza della terra” gli Ancestry dimostrano una buona lucidità di scrittura con quella punta di coraggio che troppe volte manca a chi suona questo genere. Ma il brano più affascinante è lo strumentale “Oasi” con una bellissima melodia che profuma di deserti e caravanserragli, una melodia ondulante che anticipa “Labirinto” e “Verso l’esterno”, due tracce a fasi alterne. Un CD sicuramente piacevole, privo di impennate, che piacerà ai fan del prog. Dispiace solo il provincialismo mostrato dal gruppo nei ringraziamenti-insulti legati al circuito della loro città. Ragazzi, per sentirsi grandi occorre guardare in alto (www.ancestrymusic.it ).
Gianni della Cioppa - Mucchio Selvaggio
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Gli Ancestry arrivano a questo debutto discografico dopo anni di attività underground che, attraverso alcune registrazioni demo, li ha portati da un inizio carriera più hard all’attuale sound, totalmente devoto al tradizionale prog rock italiano. La band ligure si inserisce nello stesso filone stilistico di band che hanno tentato, alcuni anni fa, di riportare in auge sonorità relegate nell’angolino di una ristretta cerchia di cultori. Mi riferisco ai bravissimi Il Castello Di Atlante, agli A Piedi Nudi oppure ai Divae. Chiaramente la connotazione stilistica di queste band non è assimilabile ai capisaldi di riferimento degli anni ’70 quali Orme, Alphataurus, Metamorfosi o Locanda Delle Fate. I gruppi di tre decadi orsono registrarono i loro album con tecnologie che oggi possiamo considerare preistoriche ed anche l’afflato di cui erano infusi i brani trasmette ancora una dimensione arcaica che le più recenti produzioni prog rock non sono in grado di riprodurre. Il difetto del new prog rock sound italico è soprattutto un manierismo di fondo che porta alla composizioni di brani a volte un po’ prolissi, che evidenziano doti tecniche eccelse, ma anche una freddezza poco incoraggiante. Fatte queste precisazioni possiamo affermare che la proposta degli Ancestry è validissima e sicuramente donerà un’ora di piacere a tutti gli appassionati del genere presentato. I sei brani del CD evidenziano il peso, a livello di songwriting, delle tastiere di Fabrizio Sicuteri (che si dedica anche al cantato e va detto che in questo caso la resa non è accettabile, soprattutto evidenziata dalla pessima prova in ‘Nuova Opera’), che accompagnano imperterrite tutti i momenti salienti dei singoli pezzi. Altra caratteristica decisiva per il sound degli Ancestry è anche la godibilissima linea di basso (suonato da Maurizio Bellofiore) che risulta sempre in primo piano e permette di fruire di una gamma di colori più intensa e personale. Le parti di chitarra, sempre interessanti, tendono a non divenire mai protagoniste assolute, mentre la batteria (la cui registrazione non è curatissima) risulta a tratti un po’ scolastica. I brani convincono quasi in toto, a partire dalla new age oriented ‘Oasi’, per passare alla melodicissima e soffusa ‘Stanze Della Terra’, oppure alla narrata e delicata ‘Labirinto’. Colpisce nel segno anche la suite di 17 minuti intitolata ‘I Colori Dell’Età Sorgente’. Nel complesso ‘Discendenze’ è un album soddisfacente che ci regala una formazione matura e consolidata.
Leonardo Cammi - Metallus
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The music on Ancestry's Discendenze is strongly influenced by that of mid to late 70's YES in evey way except perhaps in the drums. The vocals are not a clone of Jon Anderson though they share some similarities - they are also not as good.
Over all the music can be called more of a 'similar-band rather than that of a clone-band. I say this because of the originality and the high quality of both the compositions and performances. (The cover art gives hints of Yes as well). Regardless, I recommend this album without reservation to fans of the music of YES. While it is not a classic it is a very good release to have in 2003.
Prognosis - Progressive Rock & Fusion
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Si sono affacciati pian piano, quasi timidamente, sulla scena rock italiana e, dopo il primo demo cd autoprodotto ed autointitolato, rilasciano il debut album ufficiale per Mellow Records che mostra tutte le capacità e la bravura tecnica degli Ancestry. Gruppo attivo già da tempo, hanno saputo attendere il momento giusto in cui si sentivano più sicuri; nulla, infatti, si può eccepire a “Discendenze”, album che conferma la grande passione degli Ancestry per il progressive rock. Atmosfere visionarie e ritmiche irregolari sono gli ingredienti prediletti dai 'nostri' che, piazzando in apertura la suite 'I Colori dell'età Sorgente' di 17 minuti, ribadiscono la loro preferenza per brani lunghi, dimostrando di voler approfondire l'argomento musicale e di non lasciare niente d'incompiuto.
Accanto alle partiture articolate ed intense il testo di 'Nuova Opera', per esempio, conferma anche la voglia degli Ancestry di comporre liriche non banali, socialmente impegnate e introspettive, facendo del loro un progetto che va oltre la musica, un sogno da vivere e comunicare.
L'interpretazione vocale di Fabrizio Sicuteri, a tratti anche un po' teatrale, alimenta l'interesse di brani che si susseguono l'un l'altro, per quasi un'ora da assaporare tutta d'un fiato, per una piacevole esperienza chearricchisce non solo l'udito, ma anche lo spirito.
Eman - Wild'Zine
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Sentimenti contrastanti per questo debutto degli spezzini Ancestry, arrivato dopo molti anni di gavetta e diversi demo-tapes che hanno visto un'interessante crescita stilistica e strumentale e il passaggio da sonorità ed espressività anglosassone a tematiche più tradizionalmente legate al Prog italico, con cantato in lingua madre. Contrastanti, dicevo... beh... questo perché ad un'innegabile godibilità della proposta, supportata da un'accettabile tecnica e una registrazione decente, si coniuga un manierismo che talvolta appare un po' irritante, lo confesso. Si tratta in effetti di classico Prog sinfonico arioso e moderatamente complesso, ricco di melodia, quasi mai sopra le righe, senza grossi sbalzi ritmici; anzi, direi che, per tutti i suoi 55 minuti, il CD si mantenga piuttosto uniforme, con poche differenze tra una traccia e l'altra. Così i 17 minuti dell'iniziale "I colori dell'età sorgente" sembrano solo una versione più lunga delle successive, e più brevi, canzoni. Purtuttavia la musica che andiamo ad ascoltare è ben fatta ed elegantemente proposta, con arrangiamenti ricchi e ben realizzati. Le canzoni, sia le brevi che le lunghe, sono di ampio respiro, senza bruschi cambi di tempo, come dicevo; i riferimenti stilistici sono appena accennati e possono portarci a fare nomi come Orme, Locanda Delle Fate o Yes. Insomma... un album quieto, rarefatto, intrigante, elegante, ammaliante... ma non fatto per chi è stanco delle solite sonorità né per chi è in cerca di emozioni di più facile acchito. (AN)
AN - Arlequins
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Dopo quindici anni di onorata
carriera e centinaia di concerti
alle spalle gli Ancestry
approdano finalmente al loro
primo album vero. Superati da
tempo i confini dell’hard rock
delle origini, il quartetto
spezzino ha confezionato un
lavoro che farà felici gli
irriducibili fans del progressive
senza però rinunciare a parlare
anche al resto del mondo. Da
sottolineare il coraggioso e
inebriande inizio dell’album con
“I colori dell’età della
sorgente”, una suite di
diciassette minuti in cinque
movimenti.
.
Gianni Lucini, da "Liberazione" ven 25-7-2003
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Questo è uno di quei lavori che dimostra come anche ai nostri
giorni si possa realizzare un rock sinfonico di buona qualità. Gli
Ancestry riescono a proporre una musica che sembra la giusta via di
mezzo tra la solennità di ELP ed il romanticismo dei Genesis. Le
tastiere classicheggianti e la chitarra sognante sono le attrattive
principali di "Discendenze", album da cui affiora un'aura
fiabesca in lunghi brani che regalano sorprese grazie ai continui
cambiamenti ritmici. Inoltre, gli Ancestry riprendono anche quella
mediterraneità tipica del prog italiano vecchio e nuovo: raffinati
temi musicali, piacevoli melodie e cantato in madrelingua sono
eredità di grandi artisti quali Banco, PFM, Locanda delle Fate, ma
anche prosecuzione di quanto fatto non molto tempo fa da Divae, A
Piedi Nudi e Prowlers.
Peppe
Di Spirito
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En quelque sorte, Ancestry peut être considéré comme l'archétype du groupe de symphonisme italien... D'autant plus qu'il est signé par Mellow Records ! Ainsi, la musique de ce quartette est très bien balisée par certains des ténors italiens du genre des années 70 et 80 (Locanda Delle Fate ou CAP par exemple). Mais, ce manque d'originalité est masqué par une ferveur désarmante et une maîtrise majestueuse de son propos ! De telle sorte que les 6 compositions (de 6 à 17 minutes) de Discedenze possèdent un charme véritablement attachant, et une ambition instrumentale de tout premier ordre... Et comme dirait l'autre, c'est dans les vieux pots qu'on fait les meilleures soupes; et cette soupe là a du goût !!!
Cosmos Music - Francia
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Album d'esordio dei new progsters liguri
Gli Ancestry, provenienti da La Spezia, giungono nel 2003 all’album d’esordio, tuttavia la band spezzina è davvero longeva. L’avevamo già vista all’opera al concorso “Una suite per un anno” del radio-show milanese FGTOR, arrivando in finale. Eravamo incuriositi da questa band.
Il batterista Federico Ruoppolo, vero deus ex machina del gruppo, ha cominciato nell’ormai lontano 1987, passando per un inizio hard rock sino all’attuale formazione. Con lui il tastierista/vocalist Fabrizio Sicuteri, il bassista Maurizio Bellofiore, il chitarrista/vocalist Fabio Venturini. Un gruppo molto solido che, lo si deduce dal libretto, dai credits, dai testi dei brani, si dedica anima e corpo alla diffusione del “verbo” progressivo e lotta perché abbia una sua dignità.
Il logo che più “yessiano” non si può, l’artwork paesaggistico e fiabesco, la durata dei brani, sono tutti elementi che non possono indurre in errore. “Discendenze” è un distillato di buon new prog sinfonico, con sonorità “moderne” che richiamano all’esperienza new prog europea (IQ, Pallas) ed americana (Glass Hammer).
Avvolgente e fatata, lieve e serena, è la suite d’apertura, presentata al contest: “I colori dell’età sorgente” è il pezzo forte dell’album, 17 minuti di ottimo rock sinfonico. La band si rifà in particolare all’impostazione sostenuta e romantica dei migliori Yes, senza indulgere troppo in scelte derivative. L’apertura e lo sviluppo sono coinvolgenti e melodici; la band trova anche lo spazio per momenti più rarefatti ed evanescenti. Peccato che il tutto sia penalizzato dalla voce di Sicuteri, poco decisa e distintiva un po’ in tutto l’album.
Sulla scia della suite, dunque un new prog di matrice sinfonica, troviamo “Stanza della Terra”, un brano più romantico ed emozionante, con interessanti intrecci chitarre/piano/tastiere; “Oasi” è uno strumentale arioso e sereno, con sentori new age ed orientali; è indice di un buon equilibrio di gruppo e lo sentiamo vicino per ispirazione ai Camel degli anni ‘90.
Come Genesis, Yes, PFM e Marillion, gli Ancestry prediligono un discorso “corale”, evitando inutili soluzioni solistiche ed orpelli privi di senso. Generalmente sono le tastiere a guidare il sound ma il comparto ritmico non si limita a seguire, impreziosendo con spunti e buone idee. Anche il chitarrista Venturini svolge un ottimo lavoro.
Viene data importanza ai testi, per lo più descrittivi e allegorici: un esempio è “Nuova opera”. Si tratta di un brano metaforico (le “nuove musiche”, la sovversione, l’ordine costituito) più “eccentrico” e contrassegnato dal motto
“Creatività è rivoluzione”.
Finale degno di attenzione con la coppia “Labirinto”/”Verso l’esterno”. La prima è una sorta di sinistro preludio, con un piano che riecheggia i Goblin: l’attore Lorenzo Costa recita un testo descrittivo e simbolico, la band introduce il secondo brano. “Verso l’esterno” è un lungo ed intenso epilogo che ci ricorda alcuni nomi del nostro più recente prog. La band si accosta così all’esperienza di Edith, Gallant Farm, Divae: come loro, il quartetto si conferma emozionante esecutore. Il brano è infatti uno dei migliori del cd, per il keyboard-work e la leggerezza con cui si presenta.
“Discendenze” è un lavoro dignitoso: fa il paio con il secondo dei new progsters sardi Yleclipse, anch’esso appena pubblicato dalla Mellow. Ci piace ricordare che si tratta della prima band, tra le finaliste del concorso citato in apertura, ad aver pubblicato un cd: a breve dovrebbero raggiungerli i vincitori Floating State.
Non siamo ai livelli dei finlandesi Overhead o degli svedesi Simon Says ma la band ha la stoffa per migliorare e limare qualche asperità qui presente.
Da seguire.
Donato Zoppo - MovimentiPROG
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Prolusion.
I haven't heard of Ancestry before. Most likely, "Discendenze" is the debut album by this Italian band.
Synopsis.
Overall, "Discendenze" is an album of a unified stylistic concept representing Classic Symphonic Art-Rock of a moderate complexity, and the stylistic coherence is the central hallmark of it. Melodic, tasteful, purely symphonic and definitely romantic in character, this music is inspired by both of the classic English and Italian Progressive in general and Yes in particular. The album's 'boundary' tracks: the sidelong Colori dell'eta Sorgente and the 12-minute Verso l'Esterno feature broad instrumental landscapes consisting of diverse and inventive interplay between all of the main soloing instruments: synthesizer and piano, electric, acoustic, and bass guitar. Even though the arrangements here, as well as on Nuova Opera and Stanza Della Terra (2 & 3), are for the most part soft and quiet, frequent changes of a musical direction make them unpredictable and very interesting. Fabrizio Sicuteri is not only the masterful keyboard player, but also a great singer with a very warm voice, so the vocal palette of each of the aforementioned four songs (lyrics are in Italian) is as beautiful as the instrumental one. The music on both of the remaining tracks: Oasi and Labirinto (4 & 5) can be described as a real Mellow Symphonic Art-Rock. Both of these present the vocal and narrative talents of guitarist Fabio Venturini, the timbre of voice of whom is much lower than that of Sicuteri.
Conclusion.
All of the songs on "Discendenze" are excellent, though of course, such large-scaled arrangements as those on both of the epics on the album are especially attractive. This is a strong and in many ways outstanding debut 'covering' interests of all sorts of the lovers of Symphonic Progressive.
VM: May 15, 2003
Vitaly Menshikov - ProgressoR, Uzbekistan Progressive Rock Pages
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DEMO REVIEWS
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Da parte di varie fanzine di Rock Progressivo
e non:
"
...Buonissimo prog dal sapore antico senza per questo puzzare di vecchio;
ecco la proposta del quartetto spezzino, che apre il proprio lavoro con
gli oltre 9 minuti di Sands, a cavallo tra Genesis e Pink Floyd, molto
bella e delicata, anche se con qualche passaggio un po'
"stanco".
Ottima
la liquida Il silenzio nel tempo, mentre Oasi e' uno strumentale davvero
notevole; La stagione prossima e' movimentata e decisamente seventies.
Gli
Ancestry non sono esenti da pecche, tra le quali quella, comune a molte
giovani band del settore, di dilatare eccessivamente le proprie
composizioni con passaggi forzati o poco ispirati (Stanza della Terra ne
e' un chiaro esempio), ma non c'e' dubbio che si tratti di un demo
validissimo, che gli amanti del genere (e non solo) apprezzeranno
sicuramente."
E.M.
- Canto di Prog
"
...Ascoltando con attenzione i due brani che ci sono stati proposti ('Sands'
e 'My Room') emergono subito pregi e difetti degli Ancestry: punto di
riferimento sembra essere il rock dei Seventies (e qualcosina del new-prog),
quindi ci si esprime su brani piuttosto lunghi ed elaborati; nel fare
questo i quattro spezzini a tratti faticano a mantenere le fila del
discorso, peraltro non facile in partenza (meglio cosi' comunque che
ridursi a scimmiottare i Marillion), ma io sono convinto che un pizzico in
piu' di sintesi nella realizzazione ed i dovuti accorgimenti tecnici
potrebbero portare gli Ancestry allo stesso livello di altre prog band
italiane.
Diro'
di piu': se non verranno sprecate le buone intuizioni di alcuni passaggi
strumentali, dove svettano le tastiere immaginifiche ed una sezione
ritmica mai banale, gli Ancestry potranno concretizzare al meglio la
svolta evolutiva (brani scritti e cantati in italiano) che si preannuncia
imminente.
Il
demo-tape vale comunque sicuramente l'ascolto: un invito a prendere
contatti con la band."
Ezio
Candrini - Paperlate
"Though
the true MARILLION is dead as far as I am concerned, the old spirit is
still to be heard in other bands trying to find the magic that MARILLION
lost long ago.
The Italian band ANCESTRY is such a band, searching for that special sound
that touched so many people in the mid eighties.
This first demo contains four very long tracks with average recording
qualities in terms of demo recording.
The songs are composed and played in the traditional progressive style:
ANCESTRY are definitely influenced by the old masters of progrock (there
is nothing wrong with that, I think).
Some lyrics are Italian and others in English, but noone notices the
difference if you know what I mean.
The vocals are reasonable and fit the music, which is quite good actually.
I especially like the rhythm section.
All in all, this tape is a reasonable product for a starting band, and I
sincerely hope ANCESTRY are able to continue and develop."
Background
Magazine - Olanda
"
...Il demo recapitatoci stavolta comprende alcuni brani vecchi cantati in
inglese, non molto maturi e mancanti a mio modo di vedere di una linea
musicale precisa, ed alcune nuove composizioni in italiano che fanno
vedere il lato piu' interessante (fortunatamente quello attuale) del
gruppo spezzino.
La
musica con cui gli Ancestry attualmente si propongono e' molto delicata,
melodica e ricamata sapientemente su ritmiche non sostenute.
Vengono
alla mente i brani piu' calmi de Le Orme ed affiora la consapevolezza che
forse la strada del gruppo sta arrivando a una piena e soddisfacente
definizione."
A.N.
- Arlequins
"
...La musique d'ANCESTRY passe par plusieurs climats et semble puiser son
inspiration dans la vague néo-prog anglaise avec une grosse pincée de
GENESIS.
Malgrés un son d'enregistrement pas trés bon (mais il s'agit là d'une
démo!) et meme si la musique du groupe n'est pas d'une originalité
faramineuse ça se laisse écouter."
(1)
Operation Cocktail Rock Progressive - Francia
"
...une première démo composée de 2 superbes titres de 10 minutes
chantés en anglais.
L'année
suivante, le groupe prend la décision de raccourcir la durée de ses
morceaux et de revenir à sa langue maternelle pour les paroles; une
nouvelle démo voit donc le jour et propose à nouveau une délicieuse
musique climatique, mais qui perd singulièrement de charme et de
capacité émotionelle. Dommage..."
(2)
Operation Cocktail Rock Progressive - Francia
...The
beautiful piano playing with the sliding guitar on slow track 'Oasi'
sounds remarkably relaxing. It also makes the Polish band Collage come
into mind.
The sound is very bright and lives things up (it is a Sunday morning when
I am writing this review!). This bright, sparkling and soft & warm
sound is what we hear throughout the tape.
One point of compliant from my side is the singer's accent on the English
tracks. The accent is not easy to listen to (and that is an understatement).
Nevertheless a tape that deserves to be listened to extensively!"
H.v.d.V.
- Background Magazine - Olanda
"Ultimamente
mi trovo di fronte a un nutrito numero di bands che propongono musica
progressiva. Da non musicista immagino che debba essere davvero
soddisfacente riuscire ad inerpicarsi su sentieri tortuosi come quelli
tracciati nel prog-rock, viottoli intrecciati che però permettono di
poter godere a volte di paesaggi e vedute uniche. A questo credono, al
potere di creare una musica fortemente evocativa gli Ancestry che
presentano un lavoro molto datato (sei anni!) ma inedito per il pubblico
metal, almeno per chi ci legge.
In effetti questo disco vuole essere una presentazione di un gruppo nato
nel 1989 e che solo ora è riuscito a trovare un'adeguata stabilità che
sta culminando nella preparazione di nuovo materiale di prossima
registrazione. Parlando di questi vecchi pezzi, parte cantati in italiano
e parte in inglese ci troviamo di fronte a del rock progressivo molto
vario che non rinunciando ad elaborazioni ritmiche e melodiche tipiche del
genere ricalcando le orme dei soliti nomi storici del genere, si
arricchisce di una verve che potremmo definire visionaria, in cui
sospensioni acustiche e tastieristiche in odore di pop-psichedelia creano
breaks molto particolari e gradevoli. Vedremo cosa sarà per il futuro,
comunque una band nella media, ma con qualche idea in più."
E.R.
- METAL SHOCK n.308/Aprile 2000
"...Los
dos primeros temas, "Sands" y "My Room" estan cantados
en inglés, con rica y fina instrumentaciòn, sin alejarse de los grandes
del Neo-Prog britànico de los 90.
A
partir de "Stanza della Terra" ya cantan en su idioma, dejando
patente lo que cambia un grupo sgùn se exprese en una lengua u otra.
Personalmente los prefiero en italiano. Se les ve màs sueltos y naturales,
y es una lengua ideal para el rock progresivo que practican: semble,
delicado y con muchas reminiscencias de los Marillion màs gloriosos. A
pesar de que Fabrizio Sicuteri no se parece en nada a Fish, (cosa que los
favorece) registrando una voz dulce y muy melòdica, de caracterìsticas
similares a Jesùs Filardi de Galadriel, aunque no del todo igual.
También es teclista, siendo su sonoridad favorita el piano porencina de
los sintetizadores.
"Il
Silenzio nel Tempo" posee una càlida y extraordinaria belleza, en un
tratamiento vocal estimable y arregles de mandolinas y acùsticas, junto
al piano, de innegable sabor PFM.
Mi
favorita es "Oasi", un tema que a los Marillion de "Holydays
in Eden" o "Seasons End" les hubiera encantado insertar en
esos albumes. Melancòlica, con un cierto tono grisàceo y un aura épica
excelente.
Federico
Ruoppolo (baterìa) y Dario Sommi (bajo) (ndr: Fabio Menoni ai tempi del
Demo) llevan muy bien el entramado rìtmico de la pieza, siendo parte
fundamental de esta.
Fabio
Venturini (ndr: Davide Maucci ai tempi del Demo) se luce a la guitarra en
"La Stagione Prossima", pero los pianos de Fabrizio son
demasiado espectaculares para pasar desapercibidos, (realmente forman
parte esencial en el sonido de la banda).
Por
ùltimo "Labirinto" nos trae màs atmosferas intimistas y de
corte nostàlgico, de bellas imàgenes y elegantes arreglos.
Ancestry
se alejan del virtuosismo gratuito y centran toda su valìa musical en
composiciones que buscan el sentimiento como razòn principal de su meta.
En canciones razonablemente dsarrolladas (6-7 mts) y muy buen gusto
interpretativo. No entiendo como no han editado esto ya en alguna de las
muchas compañìas progresivas que existen en Italia. Se lo estàn
pensando otros diez años..."
J.J.
Iglesias - Atropos Art Rock Magazine - Spagna
"...Where
I believe that Ancestry become really interesting is in the pieces sung in
Italian..."
leggi
la recensione direttamente sul sito di ProgVisions
Alfonso
Algora - ProgVisions - Spagna
"...Ha
ragione Federico a ritenere la sua band distante dall'heavy metal, infatti
gli Ancestry si dedicano al più classico progressive rock, un rock adulto
e maturo che non vuole gridare o stupire per la sua aggressività, ma
rilassare l'ascoltatore con i suoi suoni soffusi. Come da tradizione
progressive, le tastiere rivestono un ruolo notevole per la riproduzione
di un mondo onirico in cui i nostri vogliono accompagnare gli ascoltatori;
certi momenti sono davvero evocativi e richiamano alla mente immagini di
paesaggi tranquilli e, appunto, da sogno. Anche le ritmiche sono educate e
non vogliono contribuire ad accelerare ulteriormente i già frenetici
ritmi della vita, ma condurre una danza lenta ma colorata.
La
forza della loro musica è proprio la ricchezza di immagini, una serie di
fotogrammi che si sussegue scoprendo nuovi e fantastici universi.
Se
volete avvicinarvi ad un modo adulto di concepire il rock gli Ancestry
sapranno sicuramente come convincervi."
EMAN.
- Wildzine
INTERVISTA
PER "NERO OPACO"
raccolta da Antonino Parisi
leggi
la recensione direttamente sul sito di Nero
Opaco
"Come
di consueto, cerchiamo di dare un nostro "giudizio" ai demo che
riceviamo, ma la cosa più difficile è quella di essere il più obiettivi
possibile!
Nel
caso degli Ancestry, un gruppo della Spezia, l'impresa è ardua!?...
Innanzitutto
perché mi trovo davanti a dei musicisti che hanno sì avuto vari cambi di
formazione, ma che mi sembrano davvero validi e, cosa importante, hanno
alle spalle già una gavetta! (dato che si sono formati nel lontano 1988 e
sono apparsi in tv dopo aver vinto un concorso...)
Per
quanto riguarda il loro stile musicale, beh...si può apprezzare sin da
subito! Si tratta infatti di un rock progressivo "leggero" ma di
gran classe. Il demo che ci presentano è piacevole da ascoltare nelle sue
melodiose sfumature originali e per le sue composizioni ben arrangiate
dove non mancano le classiche ritmiche progressive che si
"gustano" normalmente ascoltando questo genere.
Composto
da alcuni brani cantati in inglese ed altri in italiano, il cd si apre con
"Sands", davvero suggestiva, dalle linee morbide, mi dà quasi
l'impressione di sfiorare l'atmosfera che crea con assolo armoniosi di
chitarra e tastiera... A mio parere un brano stupendo! Si prosegue con
"My Room", dove la parte strumentale non ha nulla da invidiare
ad una qualsiasi opera di musica strumentale e l'apparente
"semplicità" di questi brani rende il tutto ancora più
interessante, ma è proprio qui che sta la bravura degli Ancestry.
La
melodicità si fa sentire negli altri cinque brani che seguono e
"descriverli" senza cadere nella banalità non è semplice;
tutti hanno un certo fascino e per gli amanti di questo genere sarebbe un
peccato lasciarseli sfuggire.
La
traccia che chiude il demo: "Labirinto", colpisce per il testo,
recitato come una poesia con un dolce accompagnamento acustico che lascia
un senso d'inquietudine.
Definirei
quello degli Ancestry un piccolo capolavoro e credo che questo gruppo
possa essere una promessa...se solo in Italia non fosse così difficile
far apprezzare la musica di un certo spessore!
MANUELA
NICOLINI - ProgMagazine
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Ancestry
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